Chords for Cranio Randagio - Mamma Roma, Addio (Prod. by Dubeat)
Tempo:
82.15 bpm
Chords used:
D
A
G
Bm
E
Tuning:Standard Tuning (EADGBE)Capo:+0fret
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Adesso vi spiego in tre parole perché sono andato via da Roma nel [E] 51 e me ne andavo da
[A] [N] quella Roma addormentata, quella Roma dove le domande erano sempre già chiuse, dove ci voleva la [C#] raccomandazione.
[E] Me ne andavo da quella Roma che ci invidiano tutti, la Roma capolunghi del Colosseo, dei fori imperiali, di Piazza Venezia, dell'altare della patria, dell'Università di Roma, quella Roma sempre col sole, estate, [A] inverno, quella Roma che è meglio di [E] Milano.
[D] [E] Me ne andavo da quella Roma dove la gente [F] pisciava per le strade, quella [A] Roma fedente, impiegatizia, [N] quella Roma dove non c'è lavoro, dove non c'era lira, quella Roma del cuore, di Roma, quella Roma del suolo, che portava e porta ancora i nomi di Mussolini.
Me ne andavo da quella Roma di merda, mamma Roma, [A] addio.
Me ne vado da una Roma che [Bm] è meravigliosa, quella bella, sbiascicata, rosa e [A] caciarona.
Me ne vado da una Roma senza [Bm] prospettive, una Roma che fortuna se ancora [A] sorride.
Me ne vado dalla Roma di quel [Bm] 71 Lulic, del giocamos e il picchietto, che stiamo [A] sicuri.
La Roma del Francesco ce n'è uno, [Bm] quale Papa è il capitano, tutto il resto non te il culo.
[D] La Roma della Chico, c [A]'hai da vene e [G] tu cannete.
[D] La Roma del fratello un [A] pasta, famose la fete.
[D] La Roma dei notturni [A] che sa come, [G] dei fantasmi [D] che non vengono e se vengono te sfrecciano [G] davanti.
Me [D] ne vado da una Roma di [A] promesse [G] mantenute [D] poco, colpa di sciacalli [A] che se pensano che è un gioco.
[D] La Roma dei tummi [A] lampicci, il zitto [G] buono.
[D] La Roma che fa capricci [A] e la mafia è un TV show.
[Bm] La Roma di questi cazzi sempre a ciaccia, che ha [A] politica.
La Roma che ti isola, ti ama e poi ti stritola.
[D] Me ne vado dalla Roma, tappa [G] fissa al [D] bangladino, carichi di birre sopra un cinquantino.
La Roma dei caburri, tra i quattordici è l'esbronze.
[Em] La Roma che [D] ti stoglie dalle giornate storte.
La Roma [Bm] dei cornetti chiatti, quella dell'Iban e il [G] Dandi, quella [D] che noi siamo avanti, quella che siamo ignoranti.
[Bm] Me ne vado dalla Roma, dei cannoni al branca, dei [D] cenoni con la banda sulla mia terrazza.
La Roma dei [Bm] San Pietro, delle birre sulla ferrovia, come [D] quella che stasera mi ti sta portando via.
La Roma del supplì, Roma di imperatori.
[A] La Roma del Prima Valle, mica quella dei Barioli.
[D] La [B] Roma che amo, come la Roma di Rosmarino, quella [D] che lavora e non vorrebbe l'amarino.
La Roma del Colle, di quel bel cielo da urlo.
La Roma del Primo, poeti del trullo e il turco.
La Roma del [G] detestare, raccorda e la tangenziale.
La Roma del Quirinale, è di zero calcare.
[Em] La Roma d [D]'Osta a mi madre, la Roma che è [A] un po' a mi [G] madre.
La Roma che [D] so rimare, senza faticare, [A] come un [D] drink al bar e in qualche [A] aperitivo [G] grezzo con le facce [D] da far pena.
La Roma del mio Seneca, Virgilio del Mamiani.
[G] La Roma [D] dell'America, nel Torre dei Noantri.
La Roma dei Cornelli, a fila giù a [A] prati fiscali, [G] passando [D] per Villa Ada e Ferrimusa e i Vaticani.
La Roma adornata dalle mani del Vernini, per poi aver improvvinato ad Anamandria dei cretini.
La [G] Roma che d'estate non è Roma, ma la Dispole.
E d'inverno è bomba a casa, perché mancano gli [E] spicci.
[D] Mamma Roma vado, guardami partire, mando un bacio a Artevere e a Dilsuo in Cialire.
Du pacchi [G] dei Rigatoni, fra i maglioni nella borsa, lì per dammi forza, che qua su è tutta una corsa.
Mamma Roma, addio.
[A] [N] quella Roma addormentata, quella Roma dove le domande erano sempre già chiuse, dove ci voleva la [C#] raccomandazione.
[E] Me ne andavo da quella Roma che ci invidiano tutti, la Roma capolunghi del Colosseo, dei fori imperiali, di Piazza Venezia, dell'altare della patria, dell'Università di Roma, quella Roma sempre col sole, estate, [A] inverno, quella Roma che è meglio di [E] Milano.
[D] [E] Me ne andavo da quella Roma dove la gente [F] pisciava per le strade, quella [A] Roma fedente, impiegatizia, [N] quella Roma dove non c'è lavoro, dove non c'era lira, quella Roma del cuore, di Roma, quella Roma del suolo, che portava e porta ancora i nomi di Mussolini.
Me ne andavo da quella Roma di merda, mamma Roma, [A] addio.
Me ne vado da una Roma che [Bm] è meravigliosa, quella bella, sbiascicata, rosa e [A] caciarona.
Me ne vado da una Roma senza [Bm] prospettive, una Roma che fortuna se ancora [A] sorride.
Me ne vado dalla Roma di quel [Bm] 71 Lulic, del giocamos e il picchietto, che stiamo [A] sicuri.
La Roma del Francesco ce n'è uno, [Bm] quale Papa è il capitano, tutto il resto non te il culo.
[D] La Roma della Chico, c [A]'hai da vene e [G] tu cannete.
[D] La Roma del fratello un [A] pasta, famose la fete.
[D] La Roma dei notturni [A] che sa come, [G] dei fantasmi [D] che non vengono e se vengono te sfrecciano [G] davanti.
Me [D] ne vado da una Roma di [A] promesse [G] mantenute [D] poco, colpa di sciacalli [A] che se pensano che è un gioco.
[D] La Roma dei tummi [A] lampicci, il zitto [G] buono.
[D] La Roma che fa capricci [A] e la mafia è un TV show.
[Bm] La Roma di questi cazzi sempre a ciaccia, che ha [A] politica.
La Roma che ti isola, ti ama e poi ti stritola.
[D] Me ne vado dalla Roma, tappa [G] fissa al [D] bangladino, carichi di birre sopra un cinquantino.
La Roma dei caburri, tra i quattordici è l'esbronze.
[Em] La Roma che [D] ti stoglie dalle giornate storte.
La Roma [Bm] dei cornetti chiatti, quella dell'Iban e il [G] Dandi, quella [D] che noi siamo avanti, quella che siamo ignoranti.
[Bm] Me ne vado dalla Roma, dei cannoni al branca, dei [D] cenoni con la banda sulla mia terrazza.
La Roma dei [Bm] San Pietro, delle birre sulla ferrovia, come [D] quella che stasera mi ti sta portando via.
La Roma del supplì, Roma di imperatori.
[A] La Roma del Prima Valle, mica quella dei Barioli.
[D] La [B] Roma che amo, come la Roma di Rosmarino, quella [D] che lavora e non vorrebbe l'amarino.
La Roma del Colle, di quel bel cielo da urlo.
La Roma del Primo, poeti del trullo e il turco.
La Roma del [G] detestare, raccorda e la tangenziale.
La Roma del Quirinale, è di zero calcare.
[Em] La Roma d [D]'Osta a mi madre, la Roma che è [A] un po' a mi [G] madre.
La Roma che [D] so rimare, senza faticare, [A] come un [D] drink al bar e in qualche [A] aperitivo [G] grezzo con le facce [D] da far pena.
La Roma del mio Seneca, Virgilio del Mamiani.
[G] La Roma [D] dell'America, nel Torre dei Noantri.
La Roma dei Cornelli, a fila giù a [A] prati fiscali, [G] passando [D] per Villa Ada e Ferrimusa e i Vaticani.
La Roma adornata dalle mani del Vernini, per poi aver improvvinato ad Anamandria dei cretini.
La [G] Roma che d'estate non è Roma, ma la Dispole.
E d'inverno è bomba a casa, perché mancano gli [E] spicci.
[D] Mamma Roma vado, guardami partire, mando un bacio a Artevere e a Dilsuo in Cialire.
Du pacchi [G] dei Rigatoni, fra i maglioni nella borsa, lì per dammi forza, che qua su è tutta una corsa.
Mamma Roma, addio.
Key:
D
A
G
Bm
E
D
A
G
Adesso vi spiego in tre parole perché sono andato via da Roma nel [E] 51 e _ me ne andavo da _
[A] [N] quella Roma addormentata, quella Roma dove le domande erano sempre già chiuse, dove ci voleva la [C#] raccomandazione.
_ [E] Me ne andavo da quella Roma che ci invidiano tutti, la Roma capolunghi del Colosseo, dei fori imperiali, di Piazza Venezia, dell'altare della patria, dell'Università di Roma, quella Roma sempre col sole, estate, [A] inverno, quella Roma che è meglio di [E] Milano.
[D] [E] Me ne andavo da quella Roma dove la gente [F] pisciava per le strade, quella [A] Roma fedente, impiegatizia, [N] quella Roma dove non c'è lavoro, dove non c'era lira, quella Roma del cuore, di Roma, quella Roma del suolo, che portava e porta ancora i nomi di Mussolini.
Me ne andavo da quella Roma di merda, mamma Roma, [A] addio.
Me ne vado da una Roma che [Bm] è meravigliosa, quella bella, sbiascicata, rosa e [A] caciarona.
Me ne vado da una Roma senza [Bm] prospettive, una Roma che fortuna se ancora [A] sorride.
Me ne vado dalla Roma di quel [Bm] 71 Lulic, del giocamos e il picchietto, che stiamo [A] sicuri.
La Roma del Francesco ce n'è uno, [Bm] quale Papa è il capitano, tutto il resto non te il culo.
[D] La Roma della Chico, c [A]'hai da vene e [G] tu cannete.
[D] La Roma del fratello un [A] pasta, famose la fete.
[D] La Roma dei notturni [A] che sa come, [G] dei fantasmi [D] che non vengono e se vengono te sfrecciano [G] davanti.
Me [D] ne vado da una Roma di [A] promesse [G] mantenute [D] poco, colpa di sciacalli [A] che se pensano che è un gioco.
[D] La Roma dei tummi [A] lampicci, il zitto [G] buono.
[D] La Roma che fa capricci [A] e la mafia è un TV show.
[Bm] La Roma di questi cazzi sempre a ciaccia, che ha [A] politica.
La Roma che ti isola, ti ama e poi ti stritola.
[D] Me ne vado dalla Roma, tappa [G] fissa al [D] bangladino, carichi di birre sopra un cinquantino.
La Roma dei caburri, tra i quattordici è l'esbronze.
[Em] La Roma che [D] ti stoglie dalle giornate storte.
La Roma [Bm] dei cornetti chiatti, quella dell'Iban e il [G] Dandi, quella [D] che noi siamo avanti, quella che siamo ignoranti.
[Bm] Me ne vado dalla Roma, dei cannoni al branca, dei [D] cenoni con la banda sulla mia terrazza.
La Roma dei [Bm] San Pietro, delle birre sulla ferrovia, come [D] quella che stasera mi ti sta portando via.
La Roma del supplì, Roma di imperatori.
[A] La Roma del Prima Valle, mica quella dei Barioli.
[D] La [B] Roma che amo, come la Roma di Rosmarino, quella [D] che lavora e non vorrebbe l'amarino.
La Roma del Colle, di quel bel cielo da urlo.
La Roma del Primo, poeti del trullo e il turco.
La Roma del [G] detestare, raccorda e la tangenziale.
La Roma del Quirinale, è di zero calcare.
[Em] La Roma d [D]'Osta a mi madre, la Roma che è [A] un po' a mi [G] madre.
La Roma che [D] so rimare, senza faticare, [A] come un [D] drink al bar e in qualche [A] aperitivo [G] grezzo con le facce [D] da far pena.
_ La Roma del mio Seneca, Virgilio del Mamiani.
[G] La Roma [D] dell'America, nel Torre dei Noantri.
La Roma dei Cornelli, a fila giù a [A] prati fiscali, [G] passando [D] per Villa Ada e Ferrimusa e i Vaticani.
La Roma adornata dalle mani del Vernini, per poi aver improvvinato ad Anamandria dei cretini.
La [G] Roma che d'estate non è Roma, ma la Dispole.
E d'inverno è bomba a casa, perché mancano gli [E] spicci.
[D] Mamma Roma vado, guardami partire, mando un bacio a Artevere e a Dilsuo in Cialire.
Du pacchi [G] dei Rigatoni, fra i maglioni nella borsa, lì per dammi forza, che qua su è tutta una corsa. _
Mamma Roma, addio. _ _ _ _ _
[A] [N] quella Roma addormentata, quella Roma dove le domande erano sempre già chiuse, dove ci voleva la [C#] raccomandazione.
_ [E] Me ne andavo da quella Roma che ci invidiano tutti, la Roma capolunghi del Colosseo, dei fori imperiali, di Piazza Venezia, dell'altare della patria, dell'Università di Roma, quella Roma sempre col sole, estate, [A] inverno, quella Roma che è meglio di [E] Milano.
[D] [E] Me ne andavo da quella Roma dove la gente [F] pisciava per le strade, quella [A] Roma fedente, impiegatizia, [N] quella Roma dove non c'è lavoro, dove non c'era lira, quella Roma del cuore, di Roma, quella Roma del suolo, che portava e porta ancora i nomi di Mussolini.
Me ne andavo da quella Roma di merda, mamma Roma, [A] addio.
Me ne vado da una Roma che [Bm] è meravigliosa, quella bella, sbiascicata, rosa e [A] caciarona.
Me ne vado da una Roma senza [Bm] prospettive, una Roma che fortuna se ancora [A] sorride.
Me ne vado dalla Roma di quel [Bm] 71 Lulic, del giocamos e il picchietto, che stiamo [A] sicuri.
La Roma del Francesco ce n'è uno, [Bm] quale Papa è il capitano, tutto il resto non te il culo.
[D] La Roma della Chico, c [A]'hai da vene e [G] tu cannete.
[D] La Roma del fratello un [A] pasta, famose la fete.
[D] La Roma dei notturni [A] che sa come, [G] dei fantasmi [D] che non vengono e se vengono te sfrecciano [G] davanti.
Me [D] ne vado da una Roma di [A] promesse [G] mantenute [D] poco, colpa di sciacalli [A] che se pensano che è un gioco.
[D] La Roma dei tummi [A] lampicci, il zitto [G] buono.
[D] La Roma che fa capricci [A] e la mafia è un TV show.
[Bm] La Roma di questi cazzi sempre a ciaccia, che ha [A] politica.
La Roma che ti isola, ti ama e poi ti stritola.
[D] Me ne vado dalla Roma, tappa [G] fissa al [D] bangladino, carichi di birre sopra un cinquantino.
La Roma dei caburri, tra i quattordici è l'esbronze.
[Em] La Roma che [D] ti stoglie dalle giornate storte.
La Roma [Bm] dei cornetti chiatti, quella dell'Iban e il [G] Dandi, quella [D] che noi siamo avanti, quella che siamo ignoranti.
[Bm] Me ne vado dalla Roma, dei cannoni al branca, dei [D] cenoni con la banda sulla mia terrazza.
La Roma dei [Bm] San Pietro, delle birre sulla ferrovia, come [D] quella che stasera mi ti sta portando via.
La Roma del supplì, Roma di imperatori.
[A] La Roma del Prima Valle, mica quella dei Barioli.
[D] La [B] Roma che amo, come la Roma di Rosmarino, quella [D] che lavora e non vorrebbe l'amarino.
La Roma del Colle, di quel bel cielo da urlo.
La Roma del Primo, poeti del trullo e il turco.
La Roma del [G] detestare, raccorda e la tangenziale.
La Roma del Quirinale, è di zero calcare.
[Em] La Roma d [D]'Osta a mi madre, la Roma che è [A] un po' a mi [G] madre.
La Roma che [D] so rimare, senza faticare, [A] come un [D] drink al bar e in qualche [A] aperitivo [G] grezzo con le facce [D] da far pena.
_ La Roma del mio Seneca, Virgilio del Mamiani.
[G] La Roma [D] dell'America, nel Torre dei Noantri.
La Roma dei Cornelli, a fila giù a [A] prati fiscali, [G] passando [D] per Villa Ada e Ferrimusa e i Vaticani.
La Roma adornata dalle mani del Vernini, per poi aver improvvinato ad Anamandria dei cretini.
La [G] Roma che d'estate non è Roma, ma la Dispole.
E d'inverno è bomba a casa, perché mancano gli [E] spicci.
[D] Mamma Roma vado, guardami partire, mando un bacio a Artevere e a Dilsuo in Cialire.
Du pacchi [G] dei Rigatoni, fra i maglioni nella borsa, lì per dammi forza, che qua su è tutta una corsa. _
Mamma Roma, addio. _ _ _ _ _