Chords for Francesco Guccini - Addio (Live)
Tempo:
65.95 bpm
Chords used:
D
A
G
Em
Bm
Tuning:Standard Tuning (EADGBE)Capo:+0fret
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[B] [D]
[B] [D] nell'anno 99 di nostra vita.
[A] Io Francesco Ruccini, per l'occupo,
[Bm] perché la materia di studio sarebbe infinita
e [A] soprattutto perché so di non sapere niente.
[D] Io Chierico Vagante, bandito di strada,
io [A] non artista,
solo piccolo baciliere, [Bm] perché per copa d'altro vada come vada,
[A] a volte mi vergogno di fare un mio stile.
Io [D] dico addio
[A] a tutte le vostre cazzate infinite,
[G] a riflettori e paelli alle televisioni,
alle urla [D] scomposta di politicanti e professionisti,
a [Em] quelle vostre glorie vuote,
da [A] coglioni, e [D] dico addio
al mondo [A] inventato e il villaggio globale,
[G] alle diete per mantenersi in forma sbagliante,
a [F#m] chi parla [D] sempre di un futuro trionfale,
[Em] ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
[G] alle magie di moda delle religioni orientali,
che ne [F#m] nascondono soltanto un vuoto [D] di pensiero,
[E] ai personaggi cicleggianti dei [A] talk show,
che [D] squittiscono ogni ora un nuovo vero,
[G] alle futilità bettegone dei calciatori [Em] miliardari,
alle loro [F#] modelle senza [D] umanità,
alle sempi [Em] ternebelle in gara sui calendari,
a chi [E] dimentico ogni ora l [A]'umiltà.
[D] Io, figlio di uno casaliggio di impiegato,
[A] cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna,
che [Bm] sapevano tante memorie e improvvisavano di poesia,
io [A] tirato a sua castagna ed erba spagna,
io [D] fino a un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi [A] di elementari e uno di università,
ma il pensiero [Bm] sempre quel paese mai scordato,
dove ritrovo anche oggi [A] quattro soldi di civiltà.
Io dico addio [D] a chi si nasconde [A] con qualch'albero in età undito,
a chi non [G] sceglie, non prende parte, non si sbilancia,
o sceglie a [D] caso per i tiramenti del momento,
curando però [Em] sempre di riempirsi la [A] pancia,
e dico [D] addio alle comedie fragile [A] e ai sepolchi imbiancati,
[G] ai ceroni e ai parrucchini per signore,
[D] lampa di tintura e degli eterni non inudecchiati,
a un mondo [Em] fatto di ruffiani e di puttane ore,
a [G] chi di l'accia di sinistra è democratico,
però amico di [F#m] tutti perché non si sa mai,
[D] e anche chi è di destra e i suoi predigli è [A] simpatico,
ed è [D] anche fondamentalista per evitare guai,
a [G] questo orizzonte di apparese [Em] di imbroglioni,
[F#m] fatto di nebbia per [D] gli sembrare,
[Em] ricolmo di nani, ballerine, canzoni, [E] lotterie,
di unica fede in [A] cui sperare.
[D] [B] [E]
[D] [B]
[D] Nell'anno 2002 di nostra vita,
[A] io esullare a niente, ma indignato,
anch [Bm]'io che canto con voce sfinita,
con un [A] rugito che può diventare bellato,
[D] ma te dedico queste parole da poco,
che [A] sottendono soltanto un vizio antico,
sperando però [Bm] che tu non le prenda con un gioco,
tu [A] ipocrito uditore, mio simile,
mio amico.
[D] [N]
[B] [D] nell'anno 99 di nostra vita.
[A] Io Francesco Ruccini, per l'occupo,
[Bm] perché la materia di studio sarebbe infinita
e [A] soprattutto perché so di non sapere niente.
[D] Io Chierico Vagante, bandito di strada,
io [A] non artista,
solo piccolo baciliere, [Bm] perché per copa d'altro vada come vada,
[A] a volte mi vergogno di fare un mio stile.
Io [D] dico addio
[A] a tutte le vostre cazzate infinite,
[G] a riflettori e paelli alle televisioni,
alle urla [D] scomposta di politicanti e professionisti,
a [Em] quelle vostre glorie vuote,
da [A] coglioni, e [D] dico addio
al mondo [A] inventato e il villaggio globale,
[G] alle diete per mantenersi in forma sbagliante,
a [F#m] chi parla [D] sempre di un futuro trionfale,
[Em] ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
[G] alle magie di moda delle religioni orientali,
che ne [F#m] nascondono soltanto un vuoto [D] di pensiero,
[E] ai personaggi cicleggianti dei [A] talk show,
che [D] squittiscono ogni ora un nuovo vero,
[G] alle futilità bettegone dei calciatori [Em] miliardari,
alle loro [F#] modelle senza [D] umanità,
alle sempi [Em] ternebelle in gara sui calendari,
a chi [E] dimentico ogni ora l [A]'umiltà.
[D] Io, figlio di uno casaliggio di impiegato,
[A] cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna,
che [Bm] sapevano tante memorie e improvvisavano di poesia,
io [A] tirato a sua castagna ed erba spagna,
io [D] fino a un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi [A] di elementari e uno di università,
ma il pensiero [Bm] sempre quel paese mai scordato,
dove ritrovo anche oggi [A] quattro soldi di civiltà.
Io dico addio [D] a chi si nasconde [A] con qualch'albero in età undito,
a chi non [G] sceglie, non prende parte, non si sbilancia,
o sceglie a [D] caso per i tiramenti del momento,
curando però [Em] sempre di riempirsi la [A] pancia,
e dico [D] addio alle comedie fragile [A] e ai sepolchi imbiancati,
[G] ai ceroni e ai parrucchini per signore,
[D] lampa di tintura e degli eterni non inudecchiati,
a un mondo [Em] fatto di ruffiani e di puttane ore,
a [G] chi di l'accia di sinistra è democratico,
però amico di [F#m] tutti perché non si sa mai,
[D] e anche chi è di destra e i suoi predigli è [A] simpatico,
ed è [D] anche fondamentalista per evitare guai,
a [G] questo orizzonte di apparese [Em] di imbroglioni,
[F#m] fatto di nebbia per [D] gli sembrare,
[Em] ricolmo di nani, ballerine, canzoni, [E] lotterie,
di unica fede in [A] cui sperare.
[D] [B] [E]
[D] [B]
[D] Nell'anno 2002 di nostra vita,
[A] io esullare a niente, ma indignato,
anch [Bm]'io che canto con voce sfinita,
con un [A] rugito che può diventare bellato,
[D] ma te dedico queste parole da poco,
che [A] sottendono soltanto un vizio antico,
sperando però [Bm] che tu non le prenda con un gioco,
tu [A] ipocrito uditore, mio simile,
mio amico.
[D] [N]
Key:
D
A
G
Em
Bm
D
A
G
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_ [B] _ _ [D] _ _ _ _ _
[B] _ _ _ [D] nell'anno 99 di nostra vita. _
[A] Io Francesco Ruccini, per l'occupo,
[Bm] perché la materia di studio sarebbe infinita
e [A] soprattutto perché so di non sapere niente.
[D] Io Chierico Vagante, bandito di strada,
io [A] non artista,
solo piccolo baciliere, [Bm] perché per copa d'altro vada come vada,
[A] a volte mi vergogno di fare un mio stile.
Io [D] dico addio
[A] a tutte le vostre cazzate infinite,
[G] a riflettori e paelli alle televisioni,
alle urla [D] scomposta di politicanti e professionisti,
a [Em] quelle vostre glorie vuote,
da [A] coglioni, e [D] dico addio
al mondo [A] inventato e il villaggio globale,
[G] alle diete per mantenersi in forma sbagliante,
a [F#m] chi parla [D] sempre di un futuro trionfale,
[Em] ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
[G] alle magie di moda delle religioni orientali,
che ne [F#m] nascondono soltanto un vuoto [D] di pensiero,
[E] ai personaggi cicleggianti dei [A] talk show,
che [D] squittiscono ogni ora un nuovo vero,
[G] alle futilità bettegone dei calciatori [Em] miliardari,
alle loro [F#] modelle senza [D] umanità,
alle sempi [Em] ternebelle in gara sui calendari,
a chi [E] dimentico ogni ora l [A]'umiltà.
_ _ [D] Io, figlio di uno casaliggio di impiegato,
[A] cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna,
che [Bm] sapevano tante memorie e improvvisavano di poesia,
io [A] tirato a sua castagna ed erba spagna,
io [D] fino a un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi [A] di elementari e uno di università,
ma il pensiero [Bm] sempre quel paese mai scordato,
dove ritrovo anche oggi [A] quattro soldi di civiltà.
Io dico addio [D] a chi si nasconde [A] con qualch'albero in età undito,
a chi non [G] sceglie, non prende parte, non si sbilancia,
o sceglie a [D] caso per i tiramenti del momento,
curando però [Em] sempre di riempirsi la [A] pancia,
e dico [D] addio alle comedie fragile [A] e ai sepolchi imbiancati,
_ [G] ai ceroni e ai parrucchini per signore,
[D] lampa di tintura e degli eterni non inudecchiati,
a un mondo [Em] fatto di ruffiani e di puttane ore,
a [G] chi di l'accia di sinistra è democratico,
però amico di [F#m] tutti perché non si sa mai,
[D] e anche chi è di destra e i suoi predigli è [A] simpatico,
ed è [D] anche fondamentalista per evitare guai,
a [G] questo orizzonte di apparese [Em] di imbroglioni,
[F#m] fatto di nebbia per [D] gli sembrare,
[Em] ricolmo di nani, ballerine, canzoni, [E] lotterie,
di unica fede in [A] cui sperare. _ _
[D] _ _ _ [B] _ _ [E] _ _ _
[D] _ _ _ _ [B] _ _ _
[D] Nell'anno 2002 di nostra vita,
[A] io esullare a niente, ma indignato,
anch [Bm]'io che canto con voce sfinita,
con un [A] rugito che può diventare bellato,
[D] ma te dedico queste parole da poco,
che [A] sottendono soltanto un vizio antico,
sperando però [Bm] che tu non le prenda con un gioco,
tu [A] ipocrito uditore, mio simile,
mio amico.
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[B] _ _ _ [D] nell'anno 99 di nostra vita. _
[A] Io Francesco Ruccini, per l'occupo,
[Bm] perché la materia di studio sarebbe infinita
e [A] soprattutto perché so di non sapere niente.
[D] Io Chierico Vagante, bandito di strada,
io [A] non artista,
solo piccolo baciliere, [Bm] perché per copa d'altro vada come vada,
[A] a volte mi vergogno di fare un mio stile.
Io [D] dico addio
[A] a tutte le vostre cazzate infinite,
[G] a riflettori e paelli alle televisioni,
alle urla [D] scomposta di politicanti e professionisti,
a [Em] quelle vostre glorie vuote,
da [A] coglioni, e [D] dico addio
al mondo [A] inventato e il villaggio globale,
[G] alle diete per mantenersi in forma sbagliante,
a [F#m] chi parla [D] sempre di un futuro trionfale,
[Em] ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
[G] alle magie di moda delle religioni orientali,
che ne [F#m] nascondono soltanto un vuoto [D] di pensiero,
[E] ai personaggi cicleggianti dei [A] talk show,
che [D] squittiscono ogni ora un nuovo vero,
[G] alle futilità bettegone dei calciatori [Em] miliardari,
alle loro [F#] modelle senza [D] umanità,
alle sempi [Em] ternebelle in gara sui calendari,
a chi [E] dimentico ogni ora l [A]'umiltà.
_ _ [D] Io, figlio di uno casaliggio di impiegato,
[A] cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna,
che [Bm] sapevano tante memorie e improvvisavano di poesia,
io [A] tirato a sua castagna ed erba spagna,
io [D] fino a un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi [A] di elementari e uno di università,
ma il pensiero [Bm] sempre quel paese mai scordato,
dove ritrovo anche oggi [A] quattro soldi di civiltà.
Io dico addio [D] a chi si nasconde [A] con qualch'albero in età undito,
a chi non [G] sceglie, non prende parte, non si sbilancia,
o sceglie a [D] caso per i tiramenti del momento,
curando però [Em] sempre di riempirsi la [A] pancia,
e dico [D] addio alle comedie fragile [A] e ai sepolchi imbiancati,
_ [G] ai ceroni e ai parrucchini per signore,
[D] lampa di tintura e degli eterni non inudecchiati,
a un mondo [Em] fatto di ruffiani e di puttane ore,
a [G] chi di l'accia di sinistra è democratico,
però amico di [F#m] tutti perché non si sa mai,
[D] e anche chi è di destra e i suoi predigli è [A] simpatico,
ed è [D] anche fondamentalista per evitare guai,
a [G] questo orizzonte di apparese [Em] di imbroglioni,
[F#m] fatto di nebbia per [D] gli sembrare,
[Em] ricolmo di nani, ballerine, canzoni, [E] lotterie,
di unica fede in [A] cui sperare. _ _
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[D] Nell'anno 2002 di nostra vita,
[A] io esullare a niente, ma indignato,
anch [Bm]'io che canto con voce sfinita,
con un [A] rugito che può diventare bellato,
[D] ma te dedico queste parole da poco,
che [A] sottendono soltanto un vizio antico,
sperando però [Bm] che tu non le prenda con un gioco,
tu [A] ipocrito uditore, mio simile,
mio amico.
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