Chords for Sergio Caputo intervista da Fazio il 18-04-09
Tempo:
118.8 bpm
Chords used:
Dm
Bb
Gm
Gb
G
Tuning:Standard Tuning (EADGBE)Capo:+0fret
Start Jamming...
Sabato italiano, Sergio Caputo.
[Gm] [Dm]
[A] Ciao a tutti, grazie.
[Gm] [Gb] [Dm]
[Abm] [Dm]
[Bb] [Gb]
[Dm] [Bb]
[Gm] [Gb]
[G] [Dbm] [Dm]
[Bb] Qui andiamo allegramente, è quasi l'ora [Bbm] delle streghe.
[Dm] C'è un'aria formidabile, [Bb] le stelle [Gb] sono accese.
[Am] Sembra un [Eb] sabato qualunque, [Bb] è un [C] sabato italiano.
Il peggio sembra [Gm] essere [Bb] passato.
[E] La [Am] notte è un [Dm] dirigibile che ci [Gm] porta via.
[C] Lontano.
[Gb] [C]
[E] [Bb] [G] [F]
[N]
Grazie.
Sergio Caputo, grazie.
Ben trovato, ben tornato.
Andiamo a sederci per una breve chiacchierata.
Prego, da questa parte.
Sai che questo testo continua?
Adesso ha 25 [E] anni questa canzone.
Ha 25 anni e ancora non posso lasciare il palcoscenico
senza farlo.
Non [G] mi sono ancora domandato quanti sabati sono passati dal giorno [N] in cui l'ho scritto.
Però sarebbe interessante.
Il testo è sorprendente ancora.
Continua a essere originalissimo.
Si riferisce a una periodo della mia crescita
in una Roma che era molto romantica a suo modo.
E' la storia di un gruppo di amici che si vedono tutte le sere
e vanno in giro cercando chi l'amore, chi la sicurezza economica.
Con tutte queste storie che si intrecciano e nacqua questa canzone.
Un saldo italiano che scopro oggi essere molto popolare
tra le persone che hanno la stessa età che avevo io quando l'ho scritta
e si ritrovano, si riconoscono.
Ma tu che tecnica adoperavi per scrivere i testi di quel tipo di canzone?
Preferivo normalmente
Tu avevi fatto anche un'esperienza pubblicitaria, no?
Sì.
Per esempio ti ha aiutato quel percorso professionale?
Non è successo il contrario, mi ha aiutato il fatto di essere musicista
e fare pubblicità nel senso che ero già ferrato in certi meccanismi compositivi
che magari al pubblicitario facevano comodo.
Senti, appunto, dopo un periodo negli anni 80
che facevi praticamente un disco quasi ogni anno, credo, no?
Sì, ho firmato un contratto un pochino esagerato.
Fatico.
A un certo punto hai detto vado via.
Allora, la cosa è frequente in chi fa un mestiere anche privilegiato come il nostro
dire se non ne posso più, basta, voglio smettere, vado via e nessuno va via.
Tu sei l'unico che conosco che è davvero andato via,
nel senso che tu dieci anni fa, quindi ha una carriera ormai affermata, eccetera, eccetera,
hai lasciato letteralmente il paese e sei andato a vivere negli Stati Uniti.
Ecco, come si fa a passare dal vado via ad andare davvero via?
Beh, intanto uno lo sogna sempre, io sono uno di quelli che odiano sognare troppo a lungo una cosa,
mi piace vedere, tentare di metterla in pratica.
A un certo punto della mia vita ho immaginato, ho sentito in qualche modo che ho esaurito
un ciclo della mia esistenza ed era forse il momento di iniziarne un altro,
ho avuto la possibilità di farlo, di andare, anche perché poi quando uno è compositore come me
può comporre praticamente ovunque, poi bisogna vedere.
Sì, però scusa, non è facile, adesso tu vivi a San Francisco, no?
Quindi sulle strade, no dico sulle strade di San Francisco, quello che c'è lì.
Sì, sì, sì, che vedevo in televisione e dico ma chissà perché hanno sempre l'impermeabile,
sono in California, perché non portano gli shorts?
San Francisco fa freddo tutto l'anno.
L'estate più fredda del mondo, per le San Francisco.
Beh, però è un posto magnifico.
Magnifico e non lo cambierei veramente, io devo assolutamente vivere vicino all'acqua, vicino alle onde.
Però non deve essere facile, cioè uno arriva là e come ricomincia una carriera?
È stato molto difficile perché fare l'emigrante non è facile per nessuno,
anche per le persone che magari teoricamente sono così, tra virgolette, privilegiate
perché fanno un mistero creativo.
È molto difficile, è molto difficile entrare nella mentalità di un'altra cultura,
specialmente se la si conosce solo da turista e quindi non si è tentato ancora di vivere veramente.
Facile andare lì da turista.
Ma essere accettato come musicista, tanto tu ti sei [Abm] proposto come musicista a [G] Jetson in particolare.
Sì, sì, [N] sì.
Perché i musicisti hanno un po' un loro linguaggio comune, che parlano
per esempio quando due musicisti entrano in un locale si notano a vicenda.
Se li conoscono.
Nel senso, c'è un modo di sentire la musica, di sentire le vibrazioni che ha comune a musicisti in generale.
Senti, sapendo che venivi qua, io ho scoperto che l'anno scorso era uscito questo tuo primo romanzo,
edito in Italia da Mondadori, che si intitola Disperatamente e in ritardo cane,
che è un romanzo anche in parte autobiografico, diciamo è autobiografico nel suo assunto di partenza.
Cioè racconta di uno che lascia proprio il paese per tornare solo ogni tanto e va a vivere lontano.
Tu torni in Italia una volta all'anno sostanzialmente.
Due volte all'anno.
Una volta in primavera, una volta d'estate, salvo circostanze particolari.
Qualche giorno.
Qualche giorno, normalmente per un mese, a volte per tre settimane, dipende.
Ma stando fuori, si nota ancora oggi un paese che cambia, oppure ti accorgi dei cambiamenti,
ti manca, ma non dal punto di vista emotivo, ti accorgi di un cambiamento in corso,
oppure ormai la televisione, i media, i satelliti annullano le distanze e per cui ti sembra di essere sempre qua?
Non lamento, c'è sicuramente delle distanze in base ai media,
devo dire che però, come tutti coloro che sono andati a vivere lontano,
poi a me piace trovare le cose come erano.
Mi piace andare in quel posto a trovare il mio ristorante.
E' rassicurante che nulla cambi per chi vive fuori.
Infatti, ho un po' la sindrome di Max Paesani, che è il protagonista del libro.
Tra l'altro, sempre in questo libro, anche il protagonista è un musicista che vive all'estero,
quindi sei tu sostanzialmente, e volevo che ci spiegassi che cosa hanno a che fare le canzoni coi pugili.
Cioè, tu dici che le canzoni sono come i pugili.
Le canzoni sono come i pugili, nel senso che se tu senti una versione,
questa è sempre stata la mia teoria, infatti io sono contentissimo di suonare un sabato italiano dal vivo,
perché la versione originale è stata fatta in quel momento lì,
è un po' come fermata nel tempo al momento della nascita,
non ha avuto una sua crescita.
Cioè, non ha avuto il naso spaccato.
Non ha avuto il naso spaccato, per cui una delle teorie del mio protagonista è che le canzoni sono come i pugili,
hanno bisogno di prendere tante botte davanti alla gente prima di riuscire a conquistarle.
A diventare grandi, a diventare adulti.
Dici i nuovi, no?
Tanto tutti ti chiedono sempre le canzoni vecchie, quindi non ti deve fare nuove, dici tu.
Beh, stavolta mi doccherà farne uno nuovo, perché sto lavorando su un albun nuovo da un po' di tempo
e spero di poterlo far uscire entro questo anno qui, anche perché sarebbe il mio 25' di carriera,
quindi sarebbe bello celebrarlo.
Un applauso ai 25 anni di Sergio.
Grazie, allora, per essere [Abm] stato qua.
Grazie, [Eb] Sergio, grazie, grazie molto.
[Gm] [Dm]
[A] Ciao a tutti, grazie.
[Gm] [Gb] [Dm]
[Abm] [Dm]
[Bb] [Gb]
[Dm] [Bb]
[Gm] [Gb]
[G] [Dbm] [Dm]
[Bb] Qui andiamo allegramente, è quasi l'ora [Bbm] delle streghe.
[Dm] C'è un'aria formidabile, [Bb] le stelle [Gb] sono accese.
[Am] Sembra un [Eb] sabato qualunque, [Bb] è un [C] sabato italiano.
Il peggio sembra [Gm] essere [Bb] passato.
[E] La [Am] notte è un [Dm] dirigibile che ci [Gm] porta via.
[C] Lontano.
[Gb] [C]
[E] [Bb] [G] [F]
[N]
Grazie.
Sergio Caputo, grazie.
Ben trovato, ben tornato.
Andiamo a sederci per una breve chiacchierata.
Prego, da questa parte.
Sai che questo testo continua?
Adesso ha 25 [E] anni questa canzone.
Ha 25 anni e ancora non posso lasciare il palcoscenico
senza farlo.
Non [G] mi sono ancora domandato quanti sabati sono passati dal giorno [N] in cui l'ho scritto.
Però sarebbe interessante.
Il testo è sorprendente ancora.
Continua a essere originalissimo.
Si riferisce a una periodo della mia crescita
in una Roma che era molto romantica a suo modo.
E' la storia di un gruppo di amici che si vedono tutte le sere
e vanno in giro cercando chi l'amore, chi la sicurezza economica.
Con tutte queste storie che si intrecciano e nacqua questa canzone.
Un saldo italiano che scopro oggi essere molto popolare
tra le persone che hanno la stessa età che avevo io quando l'ho scritta
e si ritrovano, si riconoscono.
Ma tu che tecnica adoperavi per scrivere i testi di quel tipo di canzone?
Preferivo normalmente
Tu avevi fatto anche un'esperienza pubblicitaria, no?
Sì.
Per esempio ti ha aiutato quel percorso professionale?
Non è successo il contrario, mi ha aiutato il fatto di essere musicista
e fare pubblicità nel senso che ero già ferrato in certi meccanismi compositivi
che magari al pubblicitario facevano comodo.
Senti, appunto, dopo un periodo negli anni 80
che facevi praticamente un disco quasi ogni anno, credo, no?
Sì, ho firmato un contratto un pochino esagerato.
Fatico.
A un certo punto hai detto vado via.
Allora, la cosa è frequente in chi fa un mestiere anche privilegiato come il nostro
dire se non ne posso più, basta, voglio smettere, vado via e nessuno va via.
Tu sei l'unico che conosco che è davvero andato via,
nel senso che tu dieci anni fa, quindi ha una carriera ormai affermata, eccetera, eccetera,
hai lasciato letteralmente il paese e sei andato a vivere negli Stati Uniti.
Ecco, come si fa a passare dal vado via ad andare davvero via?
Beh, intanto uno lo sogna sempre, io sono uno di quelli che odiano sognare troppo a lungo una cosa,
mi piace vedere, tentare di metterla in pratica.
A un certo punto della mia vita ho immaginato, ho sentito in qualche modo che ho esaurito
un ciclo della mia esistenza ed era forse il momento di iniziarne un altro,
ho avuto la possibilità di farlo, di andare, anche perché poi quando uno è compositore come me
può comporre praticamente ovunque, poi bisogna vedere.
Sì, però scusa, non è facile, adesso tu vivi a San Francisco, no?
Quindi sulle strade, no dico sulle strade di San Francisco, quello che c'è lì.
Sì, sì, sì, che vedevo in televisione e dico ma chissà perché hanno sempre l'impermeabile,
sono in California, perché non portano gli shorts?
San Francisco fa freddo tutto l'anno.
L'estate più fredda del mondo, per le San Francisco.
Beh, però è un posto magnifico.
Magnifico e non lo cambierei veramente, io devo assolutamente vivere vicino all'acqua, vicino alle onde.
Però non deve essere facile, cioè uno arriva là e come ricomincia una carriera?
È stato molto difficile perché fare l'emigrante non è facile per nessuno,
anche per le persone che magari teoricamente sono così, tra virgolette, privilegiate
perché fanno un mistero creativo.
È molto difficile, è molto difficile entrare nella mentalità di un'altra cultura,
specialmente se la si conosce solo da turista e quindi non si è tentato ancora di vivere veramente.
Facile andare lì da turista.
Ma essere accettato come musicista, tanto tu ti sei [Abm] proposto come musicista a [G] Jetson in particolare.
Sì, sì, [N] sì.
Perché i musicisti hanno un po' un loro linguaggio comune, che parlano
per esempio quando due musicisti entrano in un locale si notano a vicenda.
Se li conoscono.
Nel senso, c'è un modo di sentire la musica, di sentire le vibrazioni che ha comune a musicisti in generale.
Senti, sapendo che venivi qua, io ho scoperto che l'anno scorso era uscito questo tuo primo romanzo,
edito in Italia da Mondadori, che si intitola Disperatamente e in ritardo cane,
che è un romanzo anche in parte autobiografico, diciamo è autobiografico nel suo assunto di partenza.
Cioè racconta di uno che lascia proprio il paese per tornare solo ogni tanto e va a vivere lontano.
Tu torni in Italia una volta all'anno sostanzialmente.
Due volte all'anno.
Una volta in primavera, una volta d'estate, salvo circostanze particolari.
Qualche giorno.
Qualche giorno, normalmente per un mese, a volte per tre settimane, dipende.
Ma stando fuori, si nota ancora oggi un paese che cambia, oppure ti accorgi dei cambiamenti,
ti manca, ma non dal punto di vista emotivo, ti accorgi di un cambiamento in corso,
oppure ormai la televisione, i media, i satelliti annullano le distanze e per cui ti sembra di essere sempre qua?
Non lamento, c'è sicuramente delle distanze in base ai media,
devo dire che però, come tutti coloro che sono andati a vivere lontano,
poi a me piace trovare le cose come erano.
Mi piace andare in quel posto a trovare il mio ristorante.
E' rassicurante che nulla cambi per chi vive fuori.
Infatti, ho un po' la sindrome di Max Paesani, che è il protagonista del libro.
Tra l'altro, sempre in questo libro, anche il protagonista è un musicista che vive all'estero,
quindi sei tu sostanzialmente, e volevo che ci spiegassi che cosa hanno a che fare le canzoni coi pugili.
Cioè, tu dici che le canzoni sono come i pugili.
Le canzoni sono come i pugili, nel senso che se tu senti una versione,
questa è sempre stata la mia teoria, infatti io sono contentissimo di suonare un sabato italiano dal vivo,
perché la versione originale è stata fatta in quel momento lì,
è un po' come fermata nel tempo al momento della nascita,
non ha avuto una sua crescita.
Cioè, non ha avuto il naso spaccato.
Non ha avuto il naso spaccato, per cui una delle teorie del mio protagonista è che le canzoni sono come i pugili,
hanno bisogno di prendere tante botte davanti alla gente prima di riuscire a conquistarle.
A diventare grandi, a diventare adulti.
Dici i nuovi, no?
Tanto tutti ti chiedono sempre le canzoni vecchie, quindi non ti deve fare nuove, dici tu.
Beh, stavolta mi doccherà farne uno nuovo, perché sto lavorando su un albun nuovo da un po' di tempo
e spero di poterlo far uscire entro questo anno qui, anche perché sarebbe il mio 25' di carriera,
quindi sarebbe bello celebrarlo.
Un applauso ai 25 anni di Sergio.
Grazie, allora, per essere [Abm] stato qua.
Grazie, [Eb] Sergio, grazie, grazie molto.
Key:
Dm
Bb
Gm
Gb
G
Dm
Bb
Gm
Sabato italiano, Sergio Caputo. _ _ _
[Gm] _ _ _ _ [Dm] _ _ _ _
[A] _ Ciao a tutti, grazie. _ _ _ _
[Gm] _ _ _ _ _ _ [Gb] _ [Dm] _
_ _ [Abm] _ _ [Dm] _ _ _ _
[Bb] _ _ _ _ _ _ [Gb] _ _
[Dm] _ _ _ _ [Bb] _ _ _ _
[Gm] _ _ _ _ _ _ [Gb] _ _
[G] _ _ [Dbm] _ _ [Dm] _ _ _
[Bb] Qui andiamo _ allegramente, è quasi l'ora [Bbm] delle streghe.
[Dm] C'è un'aria formidabile, [Bb] le stelle [Gb] sono accese.
[Am] Sembra un [Eb] sabato qualunque, [Bb] è un [C] sabato italiano.
Il peggio sembra [Gm] essere _ [Bb] passato.
[E] La [Am] notte è un [Dm] dirigibile che ci [Gm] porta via.
_ _ _ [C] Lontano.
_ _ [Gb] _ _ _ [C] _ _ _
[E] _ [Bb] _ _ [G] _ _ _ [F] _ _
_ _ _ [N] _ _ _ _ _
Grazie.
Sergio _ _ _ _ _ Caputo, grazie. _ _ _
_ Ben trovato, ben tornato. _
Andiamo a sederci per una breve chiacchierata.
Prego, da questa parte.
_ Sai che questo testo continua?
Adesso ha 25 [E] anni questa canzone.
Ha 25 anni e ancora non posso lasciare il palcoscenico _ _
senza farlo.
Non [G] mi sono ancora domandato quanti sabati sono passati dal giorno [N] in cui l'ho scritto.
Però sarebbe interessante.
Il testo è sorprendente ancora.
_ Continua a essere _ originalissimo.
Si riferisce a una periodo della mia crescita
in una Roma che era molto romantica a suo modo.
_ E' la storia di un gruppo di amici che si vedono tutte le sere
e vanno in giro cercando chi l'amore, chi la sicurezza economica.
Con tutte queste storie che si intrecciano e nacqua questa canzone.
Un saldo italiano che scopro oggi essere molto popolare
tra le persone che hanno la stessa età che avevo io quando l'ho scritta
e si ritrovano, si riconoscono.
Ma tu che tecnica adoperavi per scrivere i testi di quel tipo di canzone?
Preferivo normalmente_
Tu avevi fatto anche un'esperienza pubblicitaria, no?
Sì.
Per esempio ti ha aiutato quel percorso professionale?
Non è successo il contrario, mi ha aiutato il fatto di essere musicista
e _ _ fare pubblicità nel senso che ero già ferrato in certi meccanismi compositivi
che magari al pubblicitario facevano comodo.
Senti, appunto, dopo _ un periodo negli anni 80
che facevi praticamente un disco quasi ogni anno, credo, no?
Sì, ho firmato un contratto un pochino esagerato.
Fatico.
A un certo punto hai detto vado via.
Allora, la cosa è frequente in chi fa un mestiere anche privilegiato come il nostro
dire se non ne posso più, basta, voglio smettere, vado via e nessuno va via.
Tu sei l'unico che conosco che è davvero andato via,
nel senso che tu dieci anni fa, quindi ha una carriera ormai affermata, eccetera, eccetera,
hai _ lasciato letteralmente il paese e sei andato a vivere negli Stati Uniti.
Ecco, come si fa _ a passare dal vado via ad andare davvero via? _
Beh, intanto uno lo sogna sempre, io sono uno di quelli che odiano sognare troppo a lungo una cosa,
mi piace vedere, tentare di metterla in pratica.
A un certo punto della mia vita ho immaginato, ho sentito in qualche modo che ho esaurito
un ciclo _ della mia esistenza ed era forse il momento di iniziarne un altro,
ho avuto la possibilità di farlo, di andare, anche perché poi quando uno è compositore come me
può comporre praticamente ovunque, poi bisogna vedere.
Sì, però scusa, non è facile, adesso tu vivi a San Francisco, no?
Quindi sulle _ strade, no dico sulle strade di San Francisco, quello che c'è lì.
Sì, sì, sì, che vedevo in televisione e dico ma chissà perché hanno sempre l'impermeabile,
sono in California, perché non portano gli shorts?
San Francisco fa freddo tutto l'anno.
L'estate più _ _ fredda del mondo, per le San Francisco.
Beh, però è un posto magnifico.
Magnifico e non lo cambierei veramente, io devo assolutamente vivere vicino all'acqua, vicino alle onde.
Però non deve essere facile, cioè uno arriva là e come ricomincia una carriera?
È stato molto difficile perché fare l'emigrante non è facile per nessuno,
anche per le persone che magari teoricamente sono così, tra virgolette, privilegiate
perché fanno un mistero creativo.
È molto difficile, è molto difficile entrare nella mentalità di un'altra cultura,
specialmente se la si conosce solo da turista e quindi non si è tentato ancora di vivere veramente.
Facile andare lì da turista.
Ma essere accettato come musicista, tanto tu ti sei [Abm] proposto come musicista a [G] Jetson in particolare.
Sì, sì, _ [N] _ _ _ sì. _
_ _ Perché i musicisti hanno un po' un loro linguaggio comune, che _ _ parlano_
per esempio quando due musicisti entrano in un locale si notano a vicenda.
Se li conoscono.
Nel senso, c'è un modo di _ _ _ sentire la musica, di sentire le vibrazioni che ha comune a musicisti in generale.
Senti, _ sapendo che venivi qua, io ho scoperto che l'anno scorso era uscito questo tuo primo romanzo,
edito in Italia da Mondadori, che si intitola Disperatamente e in ritardo cane,
che _ è un romanzo anche in parte autobiografico, diciamo è autobiografico nel suo assunto di partenza.
Cioè racconta di uno che lascia proprio il paese per tornare solo ogni tanto e va a vivere lontano. _ _ _
Tu torni in Italia una volta all'anno sostanzialmente.
Due volte all'anno.
Una volta in primavera, una volta d'estate, salvo _ circostanze particolari.
Qualche giorno.
Qualche giorno, normalmente per un mese, a volte per tre settimane, dipende.
Ma stando fuori, si nota ancora oggi un paese che cambia, _ oppure ti accorgi dei cambiamenti,
ti manca, ma non dal punto di vista emotivo, ti accorgi di un cambiamento in corso,
oppure ormai la televisione, i media, i satelliti annullano le distanze e per cui ti sembra di essere sempre qua?
Non lamento, c'è sicuramente delle distanze in base ai media,
devo dire che però, come tutti coloro che sono andati a vivere lontano,
poi a me piace trovare le cose come erano. _
Mi piace andare in quel posto a trovare il mio ristorante.
E' rassicurante che nulla cambi per chi vive fuori.
Infatti, ho un po' la sindrome di Max Paesani, che è il protagonista del libro.
Tra l'altro, sempre in questo libro, anche il protagonista è un musicista che vive all'estero,
quindi sei tu _ sostanzialmente, e volevo che ci spiegassi che cosa hanno a che fare le canzoni coi pugili.
_ Cioè, tu dici che le canzoni sono come i pugili.
Le canzoni sono come i pugili, nel senso che se tu senti una versione,
_ questa è sempre stata la mia teoria, infatti io sono contentissimo di suonare un sabato italiano dal vivo,
perché la versione originale è stata _ fatta in quel momento lì, _
è un po' come fermata nel tempo al momento della nascita,
non ha avuto una sua crescita.
Cioè, non ha avuto il naso spaccato.
Non ha avuto il naso spaccato, per cui una delle teorie del mio protagonista è che le canzoni sono come i pugili,
hanno bisogno di prendere tante botte davanti alla gente prima di riuscire a conquistarle.
A diventare grandi, a diventare adulti.
Dici i nuovi, no?
Tanto tutti ti chiedono sempre le canzoni vecchie, quindi non ti deve fare nuove, dici tu.
Beh, stavolta mi doccherà farne uno nuovo, perché sto lavorando su un albun nuovo da un po' di tempo
e _ spero di poterlo far uscire entro _ questo anno qui, anche perché sarebbe il mio 25' di carriera,
quindi sarebbe bello celebrarlo.
_ _ _ _ Un applauso ai 25 anni di Sergio.
_ Grazie, allora, per essere [Abm] stato qua.
Grazie, [Eb] Sergio, grazie, grazie molto. _ _ _
[Gm] _ _ _ _ [Dm] _ _ _ _
[A] _ Ciao a tutti, grazie. _ _ _ _
[Gm] _ _ _ _ _ _ [Gb] _ [Dm] _
_ _ [Abm] _ _ [Dm] _ _ _ _
[Bb] _ _ _ _ _ _ [Gb] _ _
[Dm] _ _ _ _ [Bb] _ _ _ _
[Gm] _ _ _ _ _ _ [Gb] _ _
[G] _ _ [Dbm] _ _ [Dm] _ _ _
[Bb] Qui andiamo _ allegramente, è quasi l'ora [Bbm] delle streghe.
[Dm] C'è un'aria formidabile, [Bb] le stelle [Gb] sono accese.
[Am] Sembra un [Eb] sabato qualunque, [Bb] è un [C] sabato italiano.
Il peggio sembra [Gm] essere _ [Bb] passato.
[E] La [Am] notte è un [Dm] dirigibile che ci [Gm] porta via.
_ _ _ [C] Lontano.
_ _ [Gb] _ _ _ [C] _ _ _
[E] _ [Bb] _ _ [G] _ _ _ [F] _ _
_ _ _ [N] _ _ _ _ _
Grazie.
Sergio _ _ _ _ _ Caputo, grazie. _ _ _
_ Ben trovato, ben tornato. _
Andiamo a sederci per una breve chiacchierata.
Prego, da questa parte.
_ Sai che questo testo continua?
Adesso ha 25 [E] anni questa canzone.
Ha 25 anni e ancora non posso lasciare il palcoscenico _ _
senza farlo.
Non [G] mi sono ancora domandato quanti sabati sono passati dal giorno [N] in cui l'ho scritto.
Però sarebbe interessante.
Il testo è sorprendente ancora.
_ Continua a essere _ originalissimo.
Si riferisce a una periodo della mia crescita
in una Roma che era molto romantica a suo modo.
_ E' la storia di un gruppo di amici che si vedono tutte le sere
e vanno in giro cercando chi l'amore, chi la sicurezza economica.
Con tutte queste storie che si intrecciano e nacqua questa canzone.
Un saldo italiano che scopro oggi essere molto popolare
tra le persone che hanno la stessa età che avevo io quando l'ho scritta
e si ritrovano, si riconoscono.
Ma tu che tecnica adoperavi per scrivere i testi di quel tipo di canzone?
Preferivo normalmente_
Tu avevi fatto anche un'esperienza pubblicitaria, no?
Sì.
Per esempio ti ha aiutato quel percorso professionale?
Non è successo il contrario, mi ha aiutato il fatto di essere musicista
e _ _ fare pubblicità nel senso che ero già ferrato in certi meccanismi compositivi
che magari al pubblicitario facevano comodo.
Senti, appunto, dopo _ un periodo negli anni 80
che facevi praticamente un disco quasi ogni anno, credo, no?
Sì, ho firmato un contratto un pochino esagerato.
Fatico.
A un certo punto hai detto vado via.
Allora, la cosa è frequente in chi fa un mestiere anche privilegiato come il nostro
dire se non ne posso più, basta, voglio smettere, vado via e nessuno va via.
Tu sei l'unico che conosco che è davvero andato via,
nel senso che tu dieci anni fa, quindi ha una carriera ormai affermata, eccetera, eccetera,
hai _ lasciato letteralmente il paese e sei andato a vivere negli Stati Uniti.
Ecco, come si fa _ a passare dal vado via ad andare davvero via? _
Beh, intanto uno lo sogna sempre, io sono uno di quelli che odiano sognare troppo a lungo una cosa,
mi piace vedere, tentare di metterla in pratica.
A un certo punto della mia vita ho immaginato, ho sentito in qualche modo che ho esaurito
un ciclo _ della mia esistenza ed era forse il momento di iniziarne un altro,
ho avuto la possibilità di farlo, di andare, anche perché poi quando uno è compositore come me
può comporre praticamente ovunque, poi bisogna vedere.
Sì, però scusa, non è facile, adesso tu vivi a San Francisco, no?
Quindi sulle _ strade, no dico sulle strade di San Francisco, quello che c'è lì.
Sì, sì, sì, che vedevo in televisione e dico ma chissà perché hanno sempre l'impermeabile,
sono in California, perché non portano gli shorts?
San Francisco fa freddo tutto l'anno.
L'estate più _ _ fredda del mondo, per le San Francisco.
Beh, però è un posto magnifico.
Magnifico e non lo cambierei veramente, io devo assolutamente vivere vicino all'acqua, vicino alle onde.
Però non deve essere facile, cioè uno arriva là e come ricomincia una carriera?
È stato molto difficile perché fare l'emigrante non è facile per nessuno,
anche per le persone che magari teoricamente sono così, tra virgolette, privilegiate
perché fanno un mistero creativo.
È molto difficile, è molto difficile entrare nella mentalità di un'altra cultura,
specialmente se la si conosce solo da turista e quindi non si è tentato ancora di vivere veramente.
Facile andare lì da turista.
Ma essere accettato come musicista, tanto tu ti sei [Abm] proposto come musicista a [G] Jetson in particolare.
Sì, sì, _ [N] _ _ _ sì. _
_ _ Perché i musicisti hanno un po' un loro linguaggio comune, che _ _ parlano_
per esempio quando due musicisti entrano in un locale si notano a vicenda.
Se li conoscono.
Nel senso, c'è un modo di _ _ _ sentire la musica, di sentire le vibrazioni che ha comune a musicisti in generale.
Senti, _ sapendo che venivi qua, io ho scoperto che l'anno scorso era uscito questo tuo primo romanzo,
edito in Italia da Mondadori, che si intitola Disperatamente e in ritardo cane,
che _ è un romanzo anche in parte autobiografico, diciamo è autobiografico nel suo assunto di partenza.
Cioè racconta di uno che lascia proprio il paese per tornare solo ogni tanto e va a vivere lontano. _ _ _
Tu torni in Italia una volta all'anno sostanzialmente.
Due volte all'anno.
Una volta in primavera, una volta d'estate, salvo _ circostanze particolari.
Qualche giorno.
Qualche giorno, normalmente per un mese, a volte per tre settimane, dipende.
Ma stando fuori, si nota ancora oggi un paese che cambia, _ oppure ti accorgi dei cambiamenti,
ti manca, ma non dal punto di vista emotivo, ti accorgi di un cambiamento in corso,
oppure ormai la televisione, i media, i satelliti annullano le distanze e per cui ti sembra di essere sempre qua?
Non lamento, c'è sicuramente delle distanze in base ai media,
devo dire che però, come tutti coloro che sono andati a vivere lontano,
poi a me piace trovare le cose come erano. _
Mi piace andare in quel posto a trovare il mio ristorante.
E' rassicurante che nulla cambi per chi vive fuori.
Infatti, ho un po' la sindrome di Max Paesani, che è il protagonista del libro.
Tra l'altro, sempre in questo libro, anche il protagonista è un musicista che vive all'estero,
quindi sei tu _ sostanzialmente, e volevo che ci spiegassi che cosa hanno a che fare le canzoni coi pugili.
_ Cioè, tu dici che le canzoni sono come i pugili.
Le canzoni sono come i pugili, nel senso che se tu senti una versione,
_ questa è sempre stata la mia teoria, infatti io sono contentissimo di suonare un sabato italiano dal vivo,
perché la versione originale è stata _ fatta in quel momento lì, _
è un po' come fermata nel tempo al momento della nascita,
non ha avuto una sua crescita.
Cioè, non ha avuto il naso spaccato.
Non ha avuto il naso spaccato, per cui una delle teorie del mio protagonista è che le canzoni sono come i pugili,
hanno bisogno di prendere tante botte davanti alla gente prima di riuscire a conquistarle.
A diventare grandi, a diventare adulti.
Dici i nuovi, no?
Tanto tutti ti chiedono sempre le canzoni vecchie, quindi non ti deve fare nuove, dici tu.
Beh, stavolta mi doccherà farne uno nuovo, perché sto lavorando su un albun nuovo da un po' di tempo
e _ spero di poterlo far uscire entro _ questo anno qui, anche perché sarebbe il mio 25' di carriera,
quindi sarebbe bello celebrarlo.
_ _ _ _ Un applauso ai 25 anni di Sergio.
_ Grazie, allora, per essere [Abm] stato qua.
Grazie, [Eb] Sergio, grazie, grazie molto. _ _ _