Chords for Francesco Guccini - 06 - Cirano (Live Firenze 1997)
Tempo:
79.05 bpm
Chords used:
E
A
D
F#m
F#
Tuning:Standard Tuning (EADGBE)Capo:+0fret
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La Venenata e Cirana sono due canzoni per me profondamente diverse.
La Venenata nasce in anni ben marcati, insomma, in anni
e ecco perché poi la considero superata, non la canto molto volentieri,
anche adesso, insomma, la tirano un po' fuori perché la vogliono
e non posso finire un concerto senza farla, sono stato tanti anni senza farla.
La Venenata nasce attorno al 75, 74-75, insomma, grosso modo,
quando c'era una moda pericolosissima, che era quella della contestazione del canto,
del processo del canto.
A me, sinceramente, non è mai successo questo, ma è successo a Gregori, è successo a Venditti,
e già tanti altri.
Per cui è stata una reazione, e dicevo, ragazzi, insomma,
lasciatemi fare le mie canzoni, le mie cose, senza pretendere da me cose che non
Per cui il canto autore doveva essere una specie di francescano laico,
ma girare con la chitarra e i sandali coi piedi nudi,
dovunque lo chiamassero, a fare queste cose.
Tirano, invece, è una canzone che nasce in un contesto diverso,
nasce contro una società ampiamente televisionata,
piena di concorsi, di stupidi concorsini a premi, di arrivisti politici,
e quindi questa è un'invettiva molto più ampia.
La Venenata, invece, si riferiva a quel momento, a quella gente, a quelle cose.
[E] [D]
[E] [A] [E] [D]
[E] Venite pur avanti voi, con il naso corto, [D] signori [E] imbellettati, io più non vi sopporto.
[A] Infilerò la penna [E] bendente al vostro orgoglio,
[D] perché con questa spada [E] vi uccido quando voglio.
[A] [E] [D]
[E] [A] Venite pur avanti, [E] signori imbellettati, [D] inutili cantanti [E] di giorni giagurati,
[A] buffoni che campate di versi senza [D] forza,
avrete soldi e [E] gloria, ma non avete scorsa.
[A] Godetevi il [E] successo, godete finché dura,
[D] che il pubblico ammaestrato non vi fa paura.
[A] E andate chissà dove [E] per non pagare le [D] tasse,
colghi l'ignoranza [E] dei primi della classe.
[A] Io sono solo un povero [G#m] cadetto di Guascogna,
[D] però non la sopporto la [E] gente che non sogna.
[A] Gli oppelli e l'arvismo [E] all'amo non ho buoco,
[D] e al fin da licenza [E] io non perdono [A] [E] edunco.
[D] Io non [E] perdono, non perdono [A] [E] edunco.
[D]
[E] [A] Facciamola finita, [E] venite tutti avanti,
[D] nuovi [E] protagonisti, politici rampanti.
[A] Venite portaborse, [E] ruffiani e mezze calze,
[F#m] feroci conduttori [E] di trasmissioni false.
[A] Che avete spesso fatto [E] del qualunquismo in arte,
[D] coraggio liberisti, [E] buttate giù le carte.
[A] Tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese.
[D] In questo benedetto [E] assurdo bel paese
[A] non me ne frega niente [E] se anch'io sono [D] sbagliato.
Piacere è il mio [E] piacere, io ho messo [A] inodiato.
Quei fulvi [E] protenti da sempre in [D] balocco,
e al fin da [E] licenza io non [A] perdono edunco.
[E] [D]
[E] Non [A] perdono edunco.
[E] [D]
[E] Ma quando [A] sono solo,
con questo [C#m] naso al piede,
e almeno [Em] di mezz'ora
[F#] da sempre [Bm] mi precede.
Si spegne [A#] la mia rabbia,
ricordo [D] con dolore
che a me è [G#] quasi proibito
il [C#] sogno di un amore.
Non so quante ne [F#m] ho ma,
non so quante ne ho avuti
[A] per colpa o per [D] destino.
Le donne le ho [C#m] perdute
[F#m] e quando sento il peso
[G]
d'essere sempre solo
mi chiudo [A] in casa e [G#] scrivo.
E scrivendo di [C#] consolo
ma [E] dentro di me [A] sento
che il grande [E] amore esiste.
Amo senza [D]
peccato
amo ma [E] sono triste.
Perché Rossana [A] è bella
siamo [E] così diversi
a parlarle non riesco.
[D] [E] Le scriverò [A] dei [E] versi
[D] e [E] parlerò [A] con i [E] versi.
[D] [E] [A] Venite gente vuota,
[E] facciamola finita.
[D] Voi preti che vendete [E] a tutti un'altra vita.
[A] Se secondo voi dite un [E] Dio dell'infinito,
[F#] guardatevi nel [E] cuore,
e [A] voi [E] materialisti con il vostro sedo [D] fisso
che die morte l'uomo è solo in quest [A]'abisso.
Venite a cercate per terra da [D] Baiali,
guardatevi le [E] ghiande, lasciatevi le [A] ali,
tornate a [E] casanarmi, levatevi [D] davanti.
Per la mia rabbia [E] enorme mi servono [A] giganti,
ai dogmi e [E] pregiuditi da sempre non ho [D] poco
e al fine della [F#] licenza che non [A] perdono è [E] tutto.
[D] Via non [E] perdono, non [A] perdono è tutto.
[E]
[D] [E] [A]
Grazie!
La Venenata nasce in anni ben marcati, insomma, in anni
e ecco perché poi la considero superata, non la canto molto volentieri,
anche adesso, insomma, la tirano un po' fuori perché la vogliono
e non posso finire un concerto senza farla, sono stato tanti anni senza farla.
La Venenata nasce attorno al 75, 74-75, insomma, grosso modo,
quando c'era una moda pericolosissima, che era quella della contestazione del canto,
del processo del canto.
A me, sinceramente, non è mai successo questo, ma è successo a Gregori, è successo a Venditti,
e già tanti altri.
Per cui è stata una reazione, e dicevo, ragazzi, insomma,
lasciatemi fare le mie canzoni, le mie cose, senza pretendere da me cose che non
Per cui il canto autore doveva essere una specie di francescano laico,
ma girare con la chitarra e i sandali coi piedi nudi,
dovunque lo chiamassero, a fare queste cose.
Tirano, invece, è una canzone che nasce in un contesto diverso,
nasce contro una società ampiamente televisionata,
piena di concorsi, di stupidi concorsini a premi, di arrivisti politici,
e quindi questa è un'invettiva molto più ampia.
La Venenata, invece, si riferiva a quel momento, a quella gente, a quelle cose.
[E] [D]
[E] [A] [E] [D]
[E] Venite pur avanti voi, con il naso corto, [D] signori [E] imbellettati, io più non vi sopporto.
[A] Infilerò la penna [E] bendente al vostro orgoglio,
[D] perché con questa spada [E] vi uccido quando voglio.
[A] [E] [D]
[E] [A] Venite pur avanti, [E] signori imbellettati, [D] inutili cantanti [E] di giorni giagurati,
[A] buffoni che campate di versi senza [D] forza,
avrete soldi e [E] gloria, ma non avete scorsa.
[A] Godetevi il [E] successo, godete finché dura,
[D] che il pubblico ammaestrato non vi fa paura.
[A] E andate chissà dove [E] per non pagare le [D] tasse,
colghi l'ignoranza [E] dei primi della classe.
[A] Io sono solo un povero [G#m] cadetto di Guascogna,
[D] però non la sopporto la [E] gente che non sogna.
[A] Gli oppelli e l'arvismo [E] all'amo non ho buoco,
[D] e al fin da licenza [E] io non perdono [A] [E] edunco.
[D] Io non [E] perdono, non perdono [A] [E] edunco.
[D]
[E] [A] Facciamola finita, [E] venite tutti avanti,
[D] nuovi [E] protagonisti, politici rampanti.
[A] Venite portaborse, [E] ruffiani e mezze calze,
[F#m] feroci conduttori [E] di trasmissioni false.
[A] Che avete spesso fatto [E] del qualunquismo in arte,
[D] coraggio liberisti, [E] buttate giù le carte.
[A] Tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese.
[D] In questo benedetto [E] assurdo bel paese
[A] non me ne frega niente [E] se anch'io sono [D] sbagliato.
Piacere è il mio [E] piacere, io ho messo [A] inodiato.
Quei fulvi [E] protenti da sempre in [D] balocco,
e al fin da [E] licenza io non [A] perdono edunco.
[E] [D]
[E] Non [A] perdono edunco.
[E] [D]
[E] Ma quando [A] sono solo,
con questo [C#m] naso al piede,
e almeno [Em] di mezz'ora
[F#] da sempre [Bm] mi precede.
Si spegne [A#] la mia rabbia,
ricordo [D] con dolore
che a me è [G#] quasi proibito
il [C#] sogno di un amore.
Non so quante ne [F#m] ho ma,
non so quante ne ho avuti
[A] per colpa o per [D] destino.
Le donne le ho [C#m] perdute
[F#m] e quando sento il peso
[G]
d'essere sempre solo
mi chiudo [A] in casa e [G#] scrivo.
E scrivendo di [C#] consolo
ma [E] dentro di me [A] sento
che il grande [E] amore esiste.
Amo senza [D]
peccato
amo ma [E] sono triste.
Perché Rossana [A] è bella
siamo [E] così diversi
a parlarle non riesco.
[D] [E] Le scriverò [A] dei [E] versi
[D] e [E] parlerò [A] con i [E] versi.
[D] [E] [A] Venite gente vuota,
[E] facciamola finita.
[D] Voi preti che vendete [E] a tutti un'altra vita.
[A] Se secondo voi dite un [E] Dio dell'infinito,
[F#] guardatevi nel [E] cuore,
e [A] voi [E] materialisti con il vostro sedo [D] fisso
che die morte l'uomo è solo in quest [A]'abisso.
Venite a cercate per terra da [D] Baiali,
guardatevi le [E] ghiande, lasciatevi le [A] ali,
tornate a [E] casanarmi, levatevi [D] davanti.
Per la mia rabbia [E] enorme mi servono [A] giganti,
ai dogmi e [E] pregiuditi da sempre non ho [D] poco
e al fine della [F#] licenza che non [A] perdono è [E] tutto.
[D] Via non [E] perdono, non [A] perdono è tutto.
[E]
[D] [E] [A]
Grazie!
Key:
E
A
D
F#m
F#
E
A
D
La Venenata e Cirana sono due canzoni per me profondamente diverse.
La Venenata nasce in anni ben marcati, insomma, in anni_
e ecco perché poi la considero superata, non la canto molto volentieri,
anche adesso, insomma, la tirano un po' fuori perché la vogliono
e non posso finire un concerto senza farla, sono stato tanti anni senza farla.
La Venenata nasce attorno al 75, 74-75, insomma, grosso modo,
quando c'era una moda pericolosissima, che era quella della contestazione del canto,
del processo del canto.
A me, sinceramente, non è mai successo questo, ma è successo a Gregori, è successo a Venditti,
e già tanti altri.
Per cui è stata una reazione, e dicevo, ragazzi, insomma, _
lasciatemi fare le mie canzoni, le mie cose, senza pretendere da me cose che non_
Per cui il canto autore doveva essere una specie di francescano laico,
ma girare con la chitarra e i sandali coi piedi nudi,
dovunque lo chiamassero, a fare queste cose.
Tirano, invece, è una canzone che nasce in un contesto diverso,
nasce contro una società ampiamente televisionata,
piena di concorsi, di stupidi concorsini a premi, di arrivisti politici,
e quindi questa è un'invettiva molto più ampia.
La Venenata, invece, si riferiva a quel momento, a quella gente, a quelle cose. _
_ _ _ _ _ [E] _ _ [D] _
_ [E] _ _ [A] _ _ [E] _ _ [D] _
_ [E] _ Venite pur avanti voi, con il naso corto, [D] signori [E] imbellettati, io più non vi sopporto.
[A] Infilerò la penna [E] bendente al vostro orgoglio,
[D] perché con questa spada [E] vi uccido quando voglio.
[A] _ _ [E] _ _ [D] _
_ [E] _ [A] Venite pur avanti, [E] signori imbellettati, [D] inutili cantanti [E] di giorni giagurati,
[A] buffoni che campate di versi senza [D] forza,
avrete soldi e [E] gloria, ma non avete scorsa.
[A] Godetevi il [E] successo, godete finché dura,
[D] che il pubblico ammaestrato non vi fa paura.
[A] E andate chissà dove [E] per non pagare le [D] tasse,
colghi l'ignoranza [E] dei primi della classe.
[A] Io sono solo un povero [G#m] cadetto di Guascogna,
[D] però non la sopporto la [E] gente che non sogna.
[A] Gli oppelli e l'arvismo [E] all'amo non ho buoco,
[D] e al fin da licenza [E] io non perdono [A] _ [E] edunco.
[D] Io non [E] perdono, non perdono [A] _ [E] edunco.
_ [D] _
_ [E] _ [A] Facciamola finita, [E] venite tutti avanti,
[D] nuovi [E] protagonisti, politici rampanti.
[A] Venite portaborse, [E] ruffiani e mezze calze,
[F#m] feroci conduttori [E] di trasmissioni false.
[A] Che avete spesso fatto [E] del qualunquismo in arte,
[D] coraggio liberisti, [E] buttate giù le carte.
[A] Tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese.
[D] In questo benedetto [E] assurdo bel paese
[A] non me ne frega niente [E] se anch'io sono [D] sbagliato.
Piacere è il mio [E] piacere, io ho messo [A] inodiato.
Quei fulvi [E] protenti da sempre in [D] balocco,
e al fin da [E] licenza io non [A] perdono edunco.
[E] _ _ [D] _
_ [E] Non [A] perdono edunco.
[E] _ _ [D] _
_ [E] _ Ma quando [A] sono solo,
con questo [C#m] naso al piede,
e almeno [Em] di mezz'ora
[F#] da sempre [Bm] mi precede.
Si spegne [A#] la mia rabbia,
ricordo [D] con dolore
che a me è [G#] quasi proibito
il [C#] sogno di un amore.
Non so quante ne [F#m] ho ma,
non so quante ne ho avuti
[A] per colpa o per [D] destino.
Le donne le ho [C#m] perdute
[F#m] e quando sento il peso
[G]
d'essere sempre solo
mi chiudo [A] in casa e [G#] scrivo.
E scrivendo di [C#] consolo
ma [E] dentro di me [A] sento
che il grande [E] amore esiste.
Amo senza [D]
peccato
amo ma [E] sono triste.
Perché Rossana [A] è bella
siamo [E] così diversi
a parlarle non riesco.
[D] _ _ [E] _ Le scriverò [A] dei _ [E] versi
[D] e _ [E] parlerò [A] con i _ [E] versi.
[D] _ _ [E] _ [A] Venite gente vuota,
[E] facciamola finita.
[D] Voi preti che vendete [E] a tutti un'altra vita.
[A] Se secondo voi dite un [E] Dio dell'infinito,
[F#] guardatevi nel [E] cuore,
e [A] voi [E] materialisti con il vostro sedo [D] fisso
che die morte l'uomo è solo in quest [A]'abisso.
Venite a cercate per terra da [D] Baiali,
guardatevi le [E] ghiande, lasciatevi le [A] ali,
tornate a [E] casanarmi, levatevi [D] davanti.
Per la mia rabbia [E] enorme mi servono [A] giganti,
ai dogmi e [E] pregiuditi da sempre non ho [D] poco
e al fine della [F#] licenza che non [A] perdono è [E] tutto.
[D] Via non [E] perdono, non [A] perdono è tutto.
[E] _
_ [D] _ _ [E] _ _ [A] _ _ _
Grazie! _ _ _ _ _ _
La Venenata nasce in anni ben marcati, insomma, in anni_
e ecco perché poi la considero superata, non la canto molto volentieri,
anche adesso, insomma, la tirano un po' fuori perché la vogliono
e non posso finire un concerto senza farla, sono stato tanti anni senza farla.
La Venenata nasce attorno al 75, 74-75, insomma, grosso modo,
quando c'era una moda pericolosissima, che era quella della contestazione del canto,
del processo del canto.
A me, sinceramente, non è mai successo questo, ma è successo a Gregori, è successo a Venditti,
e già tanti altri.
Per cui è stata una reazione, e dicevo, ragazzi, insomma, _
lasciatemi fare le mie canzoni, le mie cose, senza pretendere da me cose che non_
Per cui il canto autore doveva essere una specie di francescano laico,
ma girare con la chitarra e i sandali coi piedi nudi,
dovunque lo chiamassero, a fare queste cose.
Tirano, invece, è una canzone che nasce in un contesto diverso,
nasce contro una società ampiamente televisionata,
piena di concorsi, di stupidi concorsini a premi, di arrivisti politici,
e quindi questa è un'invettiva molto più ampia.
La Venenata, invece, si riferiva a quel momento, a quella gente, a quelle cose. _
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_ [E] _ _ [A] _ _ [E] _ _ [D] _
_ [E] _ Venite pur avanti voi, con il naso corto, [D] signori [E] imbellettati, io più non vi sopporto.
[A] Infilerò la penna [E] bendente al vostro orgoglio,
[D] perché con questa spada [E] vi uccido quando voglio.
[A] _ _ [E] _ _ [D] _
_ [E] _ [A] Venite pur avanti, [E] signori imbellettati, [D] inutili cantanti [E] di giorni giagurati,
[A] buffoni che campate di versi senza [D] forza,
avrete soldi e [E] gloria, ma non avete scorsa.
[A] Godetevi il [E] successo, godete finché dura,
[D] che il pubblico ammaestrato non vi fa paura.
[A] E andate chissà dove [E] per non pagare le [D] tasse,
colghi l'ignoranza [E] dei primi della classe.
[A] Io sono solo un povero [G#m] cadetto di Guascogna,
[D] però non la sopporto la [E] gente che non sogna.
[A] Gli oppelli e l'arvismo [E] all'amo non ho buoco,
[D] e al fin da licenza [E] io non perdono [A] _ [E] edunco.
[D] Io non [E] perdono, non perdono [A] _ [E] edunco.
_ [D] _
_ [E] _ [A] Facciamola finita, [E] venite tutti avanti,
[D] nuovi [E] protagonisti, politici rampanti.
[A] Venite portaborse, [E] ruffiani e mezze calze,
[F#m] feroci conduttori [E] di trasmissioni false.
[A] Che avete spesso fatto [E] del qualunquismo in arte,
[D] coraggio liberisti, [E] buttate giù le carte.
[A] Tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese.
[D] In questo benedetto [E] assurdo bel paese
[A] non me ne frega niente [E] se anch'io sono [D] sbagliato.
Piacere è il mio [E] piacere, io ho messo [A] inodiato.
Quei fulvi [E] protenti da sempre in [D] balocco,
e al fin da [E] licenza io non [A] perdono edunco.
[E] _ _ [D] _
_ [E] Non [A] perdono edunco.
[E] _ _ [D] _
_ [E] _ Ma quando [A] sono solo,
con questo [C#m] naso al piede,
e almeno [Em] di mezz'ora
[F#] da sempre [Bm] mi precede.
Si spegne [A#] la mia rabbia,
ricordo [D] con dolore
che a me è [G#] quasi proibito
il [C#] sogno di un amore.
Non so quante ne [F#m] ho ma,
non so quante ne ho avuti
[A] per colpa o per [D] destino.
Le donne le ho [C#m] perdute
[F#m] e quando sento il peso
[G]
d'essere sempre solo
mi chiudo [A] in casa e [G#] scrivo.
E scrivendo di [C#] consolo
ma [E] dentro di me [A] sento
che il grande [E] amore esiste.
Amo senza [D]
peccato
amo ma [E] sono triste.
Perché Rossana [A] è bella
siamo [E] così diversi
a parlarle non riesco.
[D] _ _ [E] _ Le scriverò [A] dei _ [E] versi
[D] e _ [E] parlerò [A] con i _ [E] versi.
[D] _ _ [E] _ [A] Venite gente vuota,
[E] facciamola finita.
[D] Voi preti che vendete [E] a tutti un'altra vita.
[A] Se secondo voi dite un [E] Dio dell'infinito,
[F#] guardatevi nel [E] cuore,
e [A] voi [E] materialisti con il vostro sedo [D] fisso
che die morte l'uomo è solo in quest [A]'abisso.
Venite a cercate per terra da [D] Baiali,
guardatevi le [E] ghiande, lasciatevi le [A] ali,
tornate a [E] casanarmi, levatevi [D] davanti.
Per la mia rabbia [E] enorme mi servono [A] giganti,
ai dogmi e [E] pregiuditi da sempre non ho [D] poco
e al fine della [F#] licenza che non [A] perdono è [E] tutto.
[D] Via non [E] perdono, non [A] perdono è tutto.
[E] _
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